Rendicontare la sostenibilità: fare ordine nella normativa

Testimoniare il proprio impegno per i temi legati alla sostenibilità non è un tema facile per le aziende, soprattutto se pensiamo alle PMI. Il Bilancio di sostenibilità sicuramente è lo strumento principe al quale si pensa per poter dare evidenza dei propri risultati, ma spesso farsi strada fra principi e normative risulta complesso. Quindi, come facciamo a capire se e in che modo la nostra azienda è sottoposta a determinati standard di rendicontazione? E nel caso lo fosse, quali devo utilizzare? Cerchiamo di fare un po’ d’ordine su come rendicontare la sostenibilità.

Che cos’è la rendicontazione sulla sostenibilità?

Partiamo proprio da questa “semplice” domanda: che cos’è la rendicontazione sulla sostenibilità? Rendicontare la sostenibilità significa dare evidenza delle iniziative che l’impresa ha realizzato in ambito ESG (ambientale, sociale e di governance) e dei risultati che ha ottenuto nel tempo. L’obiettivo è responsabilizzare e valorizzare le azioni messe in campo dall’azienda su questi temi, sia per gli stakeholder interni (come forza lavoro e management) sia per quelli esterni (come azionisti, clienti e comunità di riferimento). Sono almeno 5 i vantaggi che derivano da un’opportuna rendicontazione sulla sostenibilità:

  1. Trasparenza e credibilità: Rafforzare la fiducia degli stakeholder attraverso la trasparenza nelle operazioni aziendali e nei risultati ottenuti.
  2. Vantaggio competitivo: Migliorare l’immagine e la reputazione dell’azienda, distinguendosi dai concorrenti attraverso l’impegno verso la sostenibilità.
  3. Accesso a finanziamenti sostenibili: Attrarre investimenti da parte di fondi che privilegiano le imprese con solide pratiche ESG.
  4. Mitigazione del rischio: Identificare e gestire i rischi legati a questioni ambientali e sociali, riducendo la vulnerabilità dell’azienda a lungo termine.
  5. Coinvolgimento degli stakeholder: Promuovere un dialogo aperto e costruttivo con dipendenti, clienti e comunità, aumentando l’engagement e la lealtà.

Leggi anche: 5 domande per approcciare il tema della sostenibilità d’impresa

Rendicontare la sostenibilità: quale normativa?

La normativa in ambito di sostenibilità negli ultimi anni si è ampiamente evoluta e rafforzata, seguendo gli impegni presi a livello globale con l’Agenda 2030 ma anche a livello europeo con la sottoscrizione del Green Deal. Attualmente, la normativa di riferimento in Europa è la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), che è ufficialmente entrata in vigore nel 2023 come ampliamento della normativa precedente.

Quali sono gli obiettivi della CSRD?

La creazione della nuova normativa ha avuto come obiettivo principale quello di creare delle linee guida e degli standard riconosciuti a livello europeo che consentissero di migliorare la comparabilità e la verificabilità dei risultati rendicontati dalle aziende in ambito di sostenibilità. Infatti, rispetto alla normativa precedente, la CSRD ha inserito una serie di vincoli legati ai contenuti e alla loro modalità di presentazione rispetto al bilancio di sostenibilità che con la normativa precedente non esistevano e lasciavano alle aziende molta più libertà nel decidere cosa scrivere (o non scrivere) e come scriverlo.

Un altro obiettivo fondamentale dell’introduzione della CSRD è stato quello di ampliare il numero di aziende coinvolte dalla normativa, in base a tre parametri fondamentali:

  • il numero dei dipendenti
  • il valore del fatturato
  • il totale dell’attivo patrimoniale

Su questi tre criteri sono quindi stati individuati degli scaglioni che prevedono l’estensione progressiva della normativa dalla platea delle grandi aziende multinazionali, per cui sarà obbligatoria la redazione del bilancio a partire dal 2025 (sull’esercizio del 2024), fino alle PMI quotate che superino determinate soglie, per le quali la rendicontazione invece sarà obbligatoria a partire dal 2027 (sull’esercizio 2026).

Aziende diverse, stessi standard per rendicontare la sostenibilità?

Sembra che aziende con caratteristiche tanto diverse siano soggette agli stessi standard di rendicontazione. Ma come è possibile?

La risposta è semplice: non lo sono.

Infatti, nell’elaborazione della normativa CSRD, l’Unione Europea ha tenuto conto di un principio estremamente importante: la proporzionalità. Questo implica che nel pensare agli standard per rendicontare le informazioni sulla sostenibilità, l’Unione Europea tiene conto delle capacità e delle disponibilità delle aziende di raccogliere e rendicontare i propri dati, a seconda che si tratti di grandi aziende, PMI quotate e non.

I 3 set di standard ESRS per la rendicontazione

In linea con quanto detto, l’Unione Europea ha incaricato l’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) di elaborare tre set differenziati di standard che, a seconda del target di riferimento, progressivamente vengono semplificati e snelliti a livello di obblighi per rendicontare la sostenibilità. In particolare, ad oggi gli standard ESRS (European Sustainability Reporting Standard) possono essere distinti tra:

  • ESRS: standard dettagliati di rendicontazione per le grandi aziende soggette alla CSRD già a partire dal 2025;
  • LSME ESRS: standard di rendicontazione per le PMI quotate soggette alla CSRD a partire dal 2027;
  • VSME ESRS: linee guida non obbligatorie per le PMI non quotate e le micro imprese che, per il momento, rimangono fuori dal perimetro di applicazione della CSRD ma che intendono iniziare ad approcciarsi al tema in maniera coerente alla normativa.

L’estensione progressiva della normativa darà sicuramente una nuova accelerazione ai percorsi di sostenibilità delle aziende coinvolte, per le quali affrontare queste tematiche diventa sempre più centrale soprattutto pensando a percorsi di internazionalizzazione che spesso assumono dimensione europea o internazionale.

Come sempre però è importante farlo con consapevolezza e procedere con metodo. Noi di Roncucci&Partners da più di 20 anni aiutiamo le PMI italiane ad affrontare la sfida dei mercati esteri e, oggi come allora, siamo in grado strutturare un percorso organico di internazionalizzazione che tenga in considerazione anche la dimensione della sostenibilità a seconda dei paesi target

 

In Roncucci&Partners aiutiamo le aziende a sviluppare se stesse e il proprio business, ad abbracciare il cambiamento e ad evolversi per prosperare in un mondo sempre più complicato, insidioso e che richiede una grande competenza. Lo facciamo applicando metodi puntuali e strategie rigorose, frutto di un’esperienza pluriennale e della ricchezza derivante dai numerosi casi di successo che abbiamo condotto in tutto il mondo. Passione e metodo sono infatti le nostre guide per valorizzare il presente e costruire il futuro.

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