Tutti pazzi per la moda italiana in Cina: un nuovo record per l’export nostrano

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L’Italia batte un nuovo record nella classifica dei principali esportatori di moda in Cina, trasformandosi nel primo esportatore nel settore fashion.

In base ai dati forniti da Ice Pechino, relativi ai primi sei mesi dell’anno, per la prima volta  l’Italia conquista il primo posto nella classifica dei principali esportatori di moda in Cina. È interessante notare come nei primi sei mesi dell’anno, da gennaio a giugno, le importazioni cinesi di prodotti del sistema moda italiano, dopo aver subito un calo indotto dalla pandemia, siano aumentate del 96% rispetto allo stesso periodo del 2020, raggiungendo 5,2 miliardi di euro – e guadagnando una quota di mercato del 12%. Secondo posto la Francia, con una quota di mercato dell’11%, seguita da Giappone, Vietnam e Corea del Sud.

Lo storico traguardo è stato favorito senza dubbio dalle restrizioni di viaggio imposte dalla pandemia, che ha spinto globalmente al consumo online, unitamente alle politiche di revisione fiscale sugli articoli di lusso in Cina e al mutato ruolo di Hong Kong, il tradizionale hub commerciale per i beni di lusso nella regione.

Prima della pandemia, i consumatori cinesi erano tra i più grandi acquirenti di articoli di lusso durante i viaggi, ma non erano avvezzi agli acquisti online di prodotti luxury di origine europea. A questo si aggiunge il concetto di “revenge spending” – ovvero quel comportamento dei consumatori che come effetto dell’isolamento e delle costrizioni durante la pandemia, hanno cominciato a spendere più di quanto spendevano abitualmente prima della crisi, forse guidati dal ‘risentimento’ di essere costretti a mangiare la propria cucina o indossare abiti della scorsa stagione.

Secondo gli analisti, il revenge spending in Cina ha portato ad un aumento del 46% degli articoli tessili e di moda importati dal mondo. In effetti, non ci sono mai stati più occhi sul mercato cinese della moda di quanti ce ne siano ora, e soprattutto per i brand italiani, la Cina sembra essere un mercato fiorente da esplorare in cui i consumatori cinesi più giovani e di classe media stanno cambiando il paradigma tradizionale della spesa nel settore fashion.

Cosa significa per i brand italiani che intendono entrare nel mercato cinese?

La Cina, con una popolazione di quasi un miliardo e mezzo di abitanti – pari al 18,47% della popolazione mondiale totale – rappresenta il secondo mercato mondiale dell’abbigliamento (seconda solo agli Stati Uniti, la nazione più sviluppata e con un potere di consumo davvero notevole). Secondo gli analisti di Statista, nel 2021 il fatturato del mercato cinese dell’abbigliamento ammonta a 271.070 milioni di euro, con una crescita annuale prevista del 4,25% (CAGR 2021-2026). Un mercato pieno di opportunità per il prossimo futuro, a cui si aggiunge una percezione del Made-in-Italy relativamente più alta di qualsiasi altro importatore.

Le opportunità per la moda italiana in Cina: comprendere il contesto

Per identificare le opportunità offerte dal mercato cinese, è necessario comprendere come la scena della moda in Cina stia evolvendo. A tal fine, è necessario analizzare cosa sta avvenendo nelle tre grandi città fashion-addicted cinesi – Shanghai, Pechino e Hong Kong – e sensibilizzarsi sui nuovi trend emergenti:

  • La moda genderfluid è in aumento, con uomini e donne che rivisitano la tradizione nell’abbigliamento, mescolando elementi tipicamente attribuiti ad uno specifico genere e spingendo verso una moda, appunto, più fluida tra i generi
  • Moda green (sostenibilità ambientale, sociale e finanziaria) – come sta avvenendo nel resto del mondo, l’attenzione alle tematiche di sostenibilità è divenuta centrale in Cina: un elemento che i brand di moda non possono più non considerare
  • L’athleisure l’abbigliamento che ha preso il sopravvento sul casualwear e sull’homewear è in aumento, e sta rafforzando le tendenze dello streetwear. L’amore della Cina per la moda di strada non è una novità, sia all’estero che in patria, e i principali marchi high street del mondo devono gran parte delle loro entrate proprio alla loro clientela cinese
  • Orgogliosamente Made-in-China – da non sottovalutare la recente spinta interna verso una produzione nazionale della moda, che certamente aumenta la competitività del mercato per gli esportatori esteri

L’effetto della pandemia sul settore moda in Cina

Nell’ultimo decennio i canali di shopping e i metodi di acquisto si sono rapidamente evoluti e potenziati in Cina come nel resto del mondo. Tuttavia, è il 2020 a rappresentare il vero spartiacque, con un vero e proprio boom nell’uso di e-commerce e tecnologie digitali nel settore della moda.

  • I social media si sono imposti non solo come potente piattaforma di interconnessione, ma anche come nuovo canale di vendita, modificando la percezione e le abitudini degli utenti da un lato, e imponendo la trasformazione dei modelli di business esistenti dall’altro.
  • L’e-commerce in Cina è sempre stato diverso dal modello occidentale, con piattaforme multicanale e multiuso che raccolgono i consumatori in un unico luogo per la massima efficienza. La performance di Alibaba quest’anno è sbalorditiva: la piattaforma ha aumentato la sua portata di consumatori di oltre 140 milioni, raggiungendo oltre 1 miliardo di consumatori attivi in soli 12 mesi.
  • La partnership tra Alibaba e la Shanghai Fashion Week ha stabilito un nuovo trend del settore fashion, inaugurando la nuova era delle sfilate virtuali, del livestreaming e dello shopping in diretta. Per gli anni a venire, in molti scommettono che gli eventi rimarranno ibridi, mescolando la componente digitale e la presenza fisica.
  • Le boutique indipendenti multimarca, o 买手店 buyer store, nate nei primi anni 2000 su suolo cinese, sono aumentate significativamente in tutta la nazione e rappresentano un canale chiave sia per i brand di lusso che vogliono raggiungere acquirenti influenti, sia per le etichette emergenti e i marchi di nicchia, stranieri e locali, in questo mercato. Rispetto ai centri commerciali tradizionali, queste boutique hanno abbracciato l’uso della tecnologia digitale in maniera più massiccia, introducendo nuove tecnologie integrate che garantiscono experience soddisfacenti agli utenti, sia in negozio che da casa.

Innovazioni come le piattaforme di shopping multicanale e le tecnologie in-store, unitamente ad un uso commerciale dei social network – con shop online, influencer locali e una personalizzazione dell’esperienza per il singolo consumatore – stanno trasformando il settore della moda in Cina in uno dei più dinamici e vivaci del mondo. Si stima che entro il 2023, più del 58% delle vendite di moda avverrà online.
Trend da non sottovalutare per i brand italiani che stanno pensando di espandere il proprio business in Cina.

Un articolo di Ailar Jabbari – Project Coordinator at Roncucci&Partners

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